Il mondo dello sport si prepara a una svolta significativa, con l’implementazione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG). Le ultime normative della Riforma dello sport, fissano ad agosto 2024 la scadenza, anche per enti, società e associazioni sportive, per uniformarsi alla cosiddetta “normativa 231”.
Di cosa si tratta? E cosa cambia per il mondo dello sport?
Normativa 231: responsabilità amministrativa e penale, anche per le società sportive
La Riforma dello sport (D.LGS 39/2021) ha introdotto diversi adempimenti, che hanno avvicinato anche il mondo dello sport alla cosiddetta “normativa 231”. Il D.lgs 231/2001 introduceva per la prima volta la responsabilità amministrativa o penale anche a carico delle società e degli enti , per una serie di reati commessi da amministratori, dirigenti o terzi a loro vantaggio, o sfruttando carenze e buchi nei sistemi di controllo dell’impresa stessa.
Le imprese e gli enti, quindi anche società e associazioni sportive, sono perciò invitate a individuare le attività dove è più probabile che vengano commessi reati, e prevedere protocolli e modalità di gestione delle risorse che possano prevenire questo rischio. È prevista inoltre l’istituzione un ODV (Organismo di Vigilanza) che si assicuri dell’applicazione dei protocolli, il loro aggiornamento in base alle ultime novità tecnologiche e sociali, nonché del loro funzionamento.
L’adozione di questo Modello Organizzativo (MOG) o Modello 231 (MOG 231), non è di per sé obbligatoria. Contribuisce però a migliorare notevolmente le performance aziendali, oltre ad essere uno strumento importante per salvaguardare gli interessi economici della società.
Nel caso, infatti, venga commesso uno degli illeciti indicati dalla normativa (tra cui, per le società sportive, molestie, violenze, discriminazioni, o corruzione per decidere i risultati delle competizioni), l’applicazione efficace del Modello 231 esclude la responsabilità amministrativa o penale in capo all’impresa o ente, che può così continuare la propria attività senza sanzioni pecuniarie e/o interdittive, come la revoca delle autorizzazioni per lo svolgimento dell’attività di impresa.
Una rivoluzione anche alla luce delle novità legislative collegate al nuovo Codice della crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Secondo il nuovo art. 2086 c.c., infatti, l’istituzione di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni della società è l’unico strumento per superare periodi di difficoltà momentanea, imprevista e imprevedibile, individuando interventi e correttivi migliori.
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